USA: Buy American, Hire American. Cui prodest? Visti negati nel 50% dei casi

Visti negati nel 52% dei casi e tempi di rilascio più lunghi del 46%. Gli Stati Uniti sono il primo Paese di destinazione degli espatriati italiani [1]ma le aziende dovranno essere sempre più preparate e attente nel pianificare l’invio di proprio personale. Altri Paesi, primo fra tutti il Canada (anche grazie ad accordi come il CETA) si candidano a nuovi poli di attrazione di scienziati, ingegneri e talenti stranieri.

Non è il primo né ultimo caso quello – di pochi giorni fa – di una dj italiana che, per aver fatto ingresso in ESTA – per tenere alcune serate a Chicago e Los Angeles, senza aver richiesto il visto appropriato –  ha passato la notte in cella ed è stata rispedita in Italia dagli agenti aeroportuali.

Episodi come questo e le sempre maggiori difficoltà per i cittadini stranieri di ottenere un permesso di lavoro, hanno destato anche l’attenzione del Congresso che si sta interrogando in merito alle conseguenze delle politiche sull’immigrazione degli ultimi 2 anni su una delle chiavi del successo del “sogno americano”: il melting pot della forza lavoro.

Numeri alla mano[2], se pensiamo al visto L-1, frequentemente utilizzato per l’invio di manager (L-1A) e specialisti (L-1B) negli Stati Uniti tra società del medesimo gruppo, metà delle richieste di visto L (per manager/specialisti) sono sottoposte alle RFE (Request For Evidence), i tempi dell’USCIS si allungano di oltre il 46% e nel 50% dei casi il visto L viene negato.

Anno L-1A, L-1B – approvazioni L-1A, L-1B – completati con RFE L-1A, L-1B – approvati dopo RFEs
2015 83.7 % 34.3 % 53.5 %
2016 85 % 32.1 % 55.6 %
2017 80.8 % 36.2 % 49.4 %
2018 77.8 % 45.6 % 52.9 %
2019 (Q1-Q3) 72 % 53.7 % 50.7 %
I dati sono pubblici e sotto gli occhi di tutti, tanto che lo scorso 16 luglio, nel corso di una audizione alla Camera Zoe Lofgren (D-CA), Presidente della sottocommissione per l’immigrazione e la cittadinanza, ha manifestato a un gruppo di funzionari dell’USCIS presenti la sua preoccupazione, riportando alcune conversazioni imprenditori stranieri sulle difficoltà di ottenere per i propri scienziati e ingegneri un permesso di lavoro.

Marketa Lindt, presidente dell’American Immigration Lawyers Association (AILA), ha confermato che l’analisi dei dati USCIS rivela un tempo medio di analisi delle pratiche   maggiore del 46% rispetto al periodo 2016 – 2018 e del 91% rispetto al periodo 2014-2018, per via delle richieste da parte dell’USCIS di interviste di persona e ulteriore documentazione ai candidati.

L’USCIS ne fa una questione di “educazione”, di tempo necessario per acquisire familiarità con i recenti cambiamenti introdotti. Questione di tempo o no, il settore tecnologico a Toronto sta crescendo più velocemente della Silicon Valley e dello Stato di Washington….

[1] Fonte: ECA Italia, 2018.

[2] Fonte: USCIS, 2019.

Martina De Santis

Sales Manager Lombardia ECA Italia m.desantis@ecaitalia.com

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *