Covid-19 e viaggi in Cina: la PU Letter
[ A causa delle restrizioni imposte dal governo cinese e ancora in vigore, i cittadini stranieri possono fare ingresso in Cina solo previo ottenimento di una lettera d’invito approvata dalle autorità cinesi, per svolgere attività economiche essenziali. Cos’è e come si richiede la “PU Letter”?]
Le restrizioni all’ingresso introdotte durante la pandemia di COVID-19 sono state rigorosamente applicate dalla Cina. Una popolazione di 1,4 miliardi, unita all’aumento dell’urbanizzazione negli ultimi vent’anni, hanno contribuito ad alimentare lo spettro della trasmissione di massa del virus, da qui i rigidi protocolli imposti dal Governo cinese. I viaggi dall’estero sono stati sottoposti a forti limitazioni proprio per prevenire la diffusione di focolai di Covid-19 ”importati”, mentre le autorità sono alle prese con la corsa per sviluppare nuovi vaccini e ri-costruire un ambiente sociale sicuro.
I protocolli d’ingresso in Cina durante la pandemia
Vi sono diversi protocolli da seguire nel caso in cui cittadini stranieri debbano visitare la Cina mentre le restrizioni sono ancora in vigore. In base a quanto previsto dal primo travel ban, del 28 marzo 2020: “ […] I cittadini stranieri che vengono in Cina per attività economiche, commerciali, scientifiche o tecnologiche essenziali o per esigenze umanitarie di emergenza possono richiedere i visti presso le ambasciate o i consolati cinesi. L’ingresso di cittadini stranieri con visti rilasciati dopo questo annuncio non sarà interessato”.
È stata quindi introdotta una procedura speciale di richiesta del visto per chi ha esigenza di recarsi in Cina per occuparsi di attività economiche, commerciali, scientifiche o tecnologiche essenziali. Per accedere a questa “corsia preferenziale” è necessario ottenere una lettera di invito (PU, TE, o Invitation Verification Notice) emessa dal governo cinese. Tra i tre tipi di lettere di invito, la PU Letter è quella utilizzata per il visto M (business/affari), il visto Z (lavoro) o il visto Q1/Q2 (ricongiungimento familiare).
La PU Letter
La PU Letter deve essere richiesta per il tramite un’entità giuridica con sede in Cina. La procedura da seguire è la seguentei:
- la società cinese deve prendere contatto con l’Ufficio Affari Esteri del distretto in cui è registrata per la richiesta della PU Letter;
- l’Ufficio Affari Esteri del distretto invierà alla società un elenco dei documenti da produrre per la richiesta;
- l’azienda prepara e trasmette i documenti all’Ufficio Affari Esteri del distretto interessato per una prima verifica;
- l’Ufficio distrettuale degli affari esteri invia la documentazione all’Ufficio degli affari esteri del governo municipale locale (Shanghai, Guangzhou, Pechino etc.) per l’approvazione della PU Letter;
- in caso di esito positivo delle verifiche, l’Ufficio Affari Esteri del Municipio competente rilascia la lettera d’invito (PU Letter).
Ci sono degli ulteriori elementi da considerare: il soggetto “invitato” in Cina deve essere un dipendente della società cinese: occorre dunque produrre prove documentali, come una copia del permesso di lavoro cinese o la lettera di notifica del permesso di lavoro (Notification letter of Foreigner’s Work permit) in caso di cittadini stranieri assegnati/assunti in Cina.
Per attività commerciali/di business urgenti, il governo può valutare la possibilità di concedere l’ingresso a cittadini stranieri (che non sono in possesso di un permesso di soggiorno cinese) se impegnati su progetti importanti, inclusi i dipendenti di multinazionali che cooperano nei progetti del governo cinese.
Esempio di PU Letter
Stranieri con permesso di soggiorno valido
Il 23 settembre 2020, il MOFA (Ministero degli Affari Esteri) cinese ha annunciato (Announcement on Entry by Foreign Nationals Holding Valid Chinese Residence Permits of Three Categories) che gli stranieri con permessi di soggiorno validi per lavoro, motivi personali e ricongiungimento, sarebbero stati autorizzati a entrare nel Paese senza bisogno di richiedere nuovi visti a partire dalle ore 0:00 del 28 settembre 2020.
Se i suddetti permessi di soggiorno fossero scaduti – dopo il 28 marzo 2020 – i titolari avrebbero potuto ri-ottenere i visti presentando i permessi di soggiorno scaduti e i relativi documenti alle ambasciate o ai consolati cinesi, senza alcuna lettera di invito, a condizione che lo scopo della visita in Cina fosse invariato.
Questa previsione non si applica però ai cittadini stranieri provenienti da Regno Unito, Francia, Italia, Belgio, Russia, Ucraina, Filippine, Bangladesh, India, Nigeria, Etiopia, Uzbekistan e Sudafrica, dopo che diverse ambasciate cinesi hanno rilasciato l’ “avviso sulla sospensione temporanea di ingresso in Cina di cittadini non cinesi nel (Paese) in possesso di visti o permessi di soggiorno cinesi validi” ( Notice on the Temporary Suspension of Entry into China by Non-Chinese Nationals in the (Country) Holding Valid Chinese Visas or Residence Permits ) all’inizio di novembre 2020.
Stranieri inoculati con vaccino cinese
Esistono anche protocolli specifici per i cittadini stranieri – e loro familiari – inoculati con vaccini cinesi.
All’inizio di marzo 2021, diverse ambasciate cinesi hanno annunciato (Notice on Providing Facilitation for Visa Applicants Inoculated with COVID-19 Vaccines Produced in China) che i viaggiatori inoculati con vaccini cinesi contro il COVID-19 e che hanno ottenuto il certificato di vaccinazione godranno di agevolazioni per le domande di visto a partire dal 15 marzo 2021. Nello specifico, per tali individui potrà essere seguita la procedura prevista nel pre-pandemia, senza necessità di alcuna lettera d’invito (potrebbe essere richiesta una traduzione attestata dalla Cina del certificato di vaccinazione qualora la somministrazione fosse avvenuta all’estero).
Come analizzato in precedenza, dunque, il rilascio del visto speciale per affari si basa sul presupposto che ci si rechi in Cina per ragioni umanitarie, o per occuparsi delle necessarie ed essenziali attività economiche, commerciali, scientifiche o tecnologiche. Per capire se il viaggiatore rispetta i requisiti previsti, c’è da chiedersi:
- se l’azienda ha una consociata/presenza stabile in Cina;
- se Il candidato ha già un permesso di lavoro/di soggiorno per lavorare in Cina;
- se Vi siano sufficienti elementi per provare che il viaggio in Cina è urgente e improrogabile.
Ricordiamo che l’approvazione della PU Letter e del visto speciale per la Cina è a totale discrezione delle autorità cinesi, pertanto non è garantito l’esito positivo della richiesta.
