Tecnici in trasferta estero: come remunerarli?

Centoventimila: sono i dati raccolti dal Data Department di ECA Italia a supporto della survey “Trasferte all’Estero”. I dati in questione riguardano le trasferte di tecnici organizzate da 16 grandi aziende italiane impegnate in settori quali Ingegneria, Oil&Gas, Energy e Construction nel periodo 2018-2021. Già di recente abbiamo commentato quanto il tecnico in trasferta estero “non abbia perso ritmo in costanza di pandemia”: le aziende dei settori sopra richiamati non hanno potuto fermare cantieri, grandi opere, appalti od operazioni di subfornitura ed il tecnico che opera nel core business è, come ben noto, un fattore critico di successo.

Come pagare questi tecnici internazionali? La nostra survey ha generato risultati molto interessanti. In primo luogo, il 100% delle aziende prevede indennità aggiuntive di trasferta – oltre ai rimborsi di vitto ed alloggio – on top della RAL/Base Salary. Per l’83% del campione l’indennità varia al mutare del disagio del Paese di destinazione: In media le aziende prevedono circa quattro fasce di disagio che provvederanno ad accogliere gruppi di paesi tra loro omogenei. Di norma, ad ogni fascia di disagio viene associato un valore di indennità o una percentuale che potrà, in caso, essere applicata alla RAL del trasfertista internazionale.

Per il 64% del campione l’indennità varia a seconda dell’inquadramento, seniority o job position del dipendente, mentre per il restante 36% rimane invariata. Infine, per il 50% del campione l’indennità varia a seconda della durata della trasferta.

La determinazione del disagio di un paese è un’operazione complessa che combina technicalities e competenze gestionali: le esperienze accumulate negli anni da ECA hanno garantito la definizione di un metodo che può dare consistente supporto ed autorevolezza al dipartimento HR demandato alla gestione di questo step gestionale. La scheda disagio su cui il nostro Data Department si misura da anni mette insieme un gruppo di fattori a loro volta “spacchettati” in sottofattori. Prendendo d’esempio il “fattore clima”, se il clima del paese in cui devo inviare in trasferta un dipendente è particolarmente ostico/svantaggiato si avrà la possibilità di studiare quei sottofattori che supportano la valutazione del disagio. Fra i sottofattori principali possiamo elencare: le condizioni generali, i terremoti, i tifoni, le tempeste dineve, l’inquinamento, ecc…Tutti questi aspetti determinano una quotazione che sarà diversa se parliamo di Francia, Stati Uniti o India, poiché in ognuno di questi Paesi il sottofattore ha una peculiare declinazione.

Una volta definita una scala (o punteggio) per ognuno dei sottofattori, si potrà ottenere un valore sintetico di disagio assegnabile alla variabile (nel nostro esempio il clima) e l’effetto pratico sarà stato quello di aver gestito in modo equo uno degli elementi che può contribuire alla definizione dell’indice di disagio e della relativa indennità riconoscibile.

Altri fattori sono di norma la situazione sanitaria, la disponibilità di beni di consumo, la lontananza e l’isolamento, l’organizzazione dei servizi pubblici, la sicurezza personale (…). È in questa direzione che la nostra survey Trasferte Estero si è orientata: far emergere le practice gestionali delle aziende interessate dal fenomeno con lo scopo di restituire un’informazione inedita e ad oggi non riscontrabile sul mercato italiano.

Al fine di una più corretta fruizione degli esempi, illustriamo una scheda disagio di seguito.

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