Mismatch professionale: nuove regole per l’impatrio di lavoratori stranieri qualificati
Unioncamere e Anpal certificano che nel 2023 il 47,9% delle ricerche di personale non vanno a buon fine. Nel 2022 ci si era attestati al 38,6%. Nel solo mese di settembre sono più di 280.000 le assunzioni pending per problemi di reperimento del personale. La prima causa di queste difficoltà è data da una scarsa motivazione, la seconda dalla penuria di competenze adeguate alle necessità delle imprese. Il tempo medio di una ricerca si sta via via sempre più allungando. Attualmente siamo a 4,3 mesi medi. Pur di non perdere una risorsa qualificata le imprese sono costrette a continui incrementi retributivi, creando talvolta problemi di equità interna. Le prospettive non sono rosee. L’inverno demografico che ci attende metterà sempre più alle corde un sistema di approvvigionamento risorse già oggi palesemente inadeguato. Il danno per il nostro sistema economico e per ogni singola impresa è evidente. È ora di rivolgersi in maniera più massiccia a risorse qualificate straniere.
Stando ai dati dell’ultima indagine ECA Italia sui lavoratori stranieri le imprese, per inserire dall’estero di personale tecnico specializzato, oggi si trovano costrette ad affrontare grandi tortuosità burocratiche e complessità normative (la percezione è che la complessità, su una scala da 1 a 5, è 4).
Forse proprio per tentare di venire incontro a queste esigenze, dal 17 novembre avrà effetto il Decreto Legislativo 152/2023, che modifica l’attuale procedura Blue Card per l’assunzione in Italia di lavoratori extra UE altamente qualificati in qualsiasi momento dell’anno, al di fuori del decreto flussi.
Dal 17/11, la possibilità di ottenere il nulla osta all’assunzione da parte di un’azienda del nostro Paese sarà estesa anche a chi non è in possesso di un titolo di laurea triennale, purché dimostri di avere una qualifica professionale equiparabile a un titolo di studio universitario (ad esempio, per il settore ICT, una qualifica pari a 3 anni di esperienza).
Ma cosa si intende più esattamente per “qualifica professionale equiparabile a un titolo di studio universitario”? Questo ancora non è dato saperlo: attendiamo le indicazioni operative ministeriali.
Il concetto di elevata qualifica torna se pensiamo a un’altra importante novità che va a braccetto con le scelte di selezione e con le strategie di mobilità internazionale delle Direzioni del Personale: il regime impatriati, in queste settimane nell’occhio del ciclone.
Se il nuovo decreto fiscalità dovesse approvare definitivamente la bozza attuale, molte scelte fatte dai lavoratori che desiderano (ri) entrare in Italia potrebbero cambiare, a causa di una riduzione della misura (dal 70 al 50%, senza agevolazioni per chi si trasferisce nel Sud Italia), della durata (5 anni senza proroghe), dei redditi agevolabili (tetto di 600.000 euro) e della platea di beneficiari (si torna al concetto di “elevata qualifica”, a differenza dell’attuale previsione, che estende la possibilità di accedere al beneficio fiscale anche agli operai). Anche tutti coloro che già sono rientrati in Italia, senza avere però raggiunto la soglia fiscale dei 183 giorni, rischierebbero di trovarsi penalizzati dalle novità impreviste: al momento, possono contare solo sulle rassicurazioni fornite dal Sottosegretario Leo a quanti si trasferiranno entro il 31 dicembre 2023. Pacta sunt servanda. Vedremo. Anche i distacchi e le movimentazioni di personale infragruppo andrebbero profondamente rivisti, perché ad oggi la bozza di decreto esclude queste casistiche dall’accesso all’agevolazione. Questo depotenziamento potrebbe avere un notevole impatto negativo sulla capacità delle aziende italiane di attrarre talenti internazionali e di gestire in modo efficace i loro piani di mobilità, con un aumento dei costi. Si dovranno cercare modi alternativi per incentivare la mobilità internazionale del personale.
Molta carne al fuoco su cui discutere, dunque, … perché non farlo con i migliori esperti italiani della mobilità internazionale? L’appuntamento è il 13 dicembre a Milano (Hotel dei Cavalieri) al convegno di ECA Italia “Lavoratori qualificati in Italia: novità migratorie e fiscali”.